La visita al Museo Granum può essere completata da una piacevole passeggiata per il centro storico di Baveno, per scoprire come il granito rosa è stato utilizzato a scopo architettonico e artistico.
Proprio nella piazza della chiesa diversi sono gli elementi architettonici in granito rosa che si possono apprezzare: l’elegante colonnato della Via Crucis (1839 con affreschi del pittore valesiano Giovanni Avondo) e il portico del battistero (aggiunto nel XVII secolo all’edificio). Poco oltre, nell’antico rione Domo, tutte le case presentano elementi in granito ed è particolarmente degno di nota l’edificio in pietra a vista che fu antico forno comunitario.
Nella vicina piazza Matteotti un grande murale (70 mq) dedicato ai “picasass”, gli scalpellini, realizzato nel 1979 da Gilberto Carpo con i suoi allievi, offre una panoramica sulla realtà delle cave che da secoli hanno caratterizzato il borgo, illustrando alcuni aspetti dell’estrazione e della lavorazione del granito.
Giunti sul lungolago, il gruppo bronzeo del Monumento dei caduti rappresenta il saluto di un vecchio scalpellino al figlio in partenza per la guerra. Poco oltre, il Monumento allo scalpellino dello scultore Raffaele Polli, celebra il pesante lavoro degli scalpellini di un tempo, espresso nella gestualità della granitica statua, un giovane vigoroso nella classica posizione di lavoro sul blocco.
Il lungolago, realizzato interamente in granito a inizio Novecento dagli scalpellini tornati dalla Grande Guerra, nei secoli passati era l’area di approdo dei barconi che trasportavano la pesante pietra e vi sorgevano le botteghe degli artigiani che lavoravano il granito, ed è stato completamente ridisegnato su progetto dell’architetto Fabrizio Bianchetti a fine anni Novanta, mantenendo l’uso esclusivo della pietra locale.
Quello che un tempo era luogo di duro lavoro oggi è diventato luogo di riposo, ma le due sculture artistiche “Cristallizzazioni del granito” (di Luigi e Raffaele Polli) e “Il lago e la montagna” (di Fabrizio Bianchetti, 1997), valorizzano ancora le peculiarità di Baveno e del territorio: il pregiato granito rosa e i rari minerali in esso presenti sottoforma di cristalli, le alte sagome delle verdeggianti montagne circostanti il Lago Maggiore, ricche di numerose varietà lapidee, utilizzate nella scultura con i loro differenti cromatismi.
A chiudere il percorso del lungolago presso l’area giochi ecco il grande drago di granito rosa Maggy, forse sbucato con la sua lunga coda dal lago Maggiore da cui prende il nome? Un divertente omaggio alla pietra del territorio e alle leggende lacustri.
Merita una visita anche il piccolo nucleo rurale di Oltrefiume, posto poco distante dal centro, oltre il torrente Selvaspessa. Nell’800 questo era sede del più numeroso insediamento di scalpellini e luogo di commercio; oggi, a ricordo di questa fiorente industria lapidea, restano alcuni manufatti o elementi architettonici in granito inseriti nelle abitazioni e il grande portale che fungeva da ingresso dell’antica “Osteria del Portico” nella piazzetta di fronte alla Chiesa dedicata a San Pietro Martire.