Sabato 29 aprile 2023, ore 16.00
PRESENTAZIONE ANNULLATA!
Presentazione nell’ambito della RASSEGNA “BIS! 2 LAGHI 2 PALCHI”, realizzata da La Finestra sul Lago in collaborazione con Piemonte dal Vivo attraverso il bando Corto Circuito e Città di Baveno.
Emanuela Carniti racconta nel volume “Alda Merini, mia madre”, edito da Manni, particolari della vita culturale e personale di sua madre: Alda Merini, celeberrima e amatissima poetessa milanese. Un ritratto vivo e intenso di una donna, un’intellettuale e una madre da una prospettiva nuova e intima, corredato da un inserto fotografico che aiuta il lettore a immergersi nella storia umana della Poetessa dei Navigli. Una vita, la sua, appassionante e appassionata, drammatica ed eccezionale: il precoce talento e la frequentazione fin da giovanissima dei maggiori intellettuali, la malattia mentale e i ricoveri in manicomio, i due matrimoni e i grandi amori, la celebrità arrivata tardi, il quartiere-mondo dei Navigli a Milano…
In questo libro Emanuela, la figlia maggiore di Alda, per la prima volta ricostruisce la storia della madre, e la racconta nella quotidianità e nella dimensione domestica, con la sua generosità e le sue eccentricità; e nelle vicende letterarie ed editoriali, fatte di anni di silenzio e altri di successo.
Emanuela è la primogenita di quattro figlie, nata a Milano nel 1955 dalle nozze fra Alda Merini ed Ettore Carniti. A soli quindici anni si sposa e si trasferisce a Omegna, dove abita da circa quarant’anni. La sua non è una scelta, ma la conseguenza di una fuga da casa col fidanzato di allora, fuga provocata da una lite tra i genitori. Emanuela frequentava, ai tempi, la scuola professionale, sebbene il sogno della sua vita fosse quello di diventare cardiochirurgo o interprete, diventa poi infermiera. Lavora per cinque anni nell’Ospedale cittadino, poi, con l’avvento della Legge Basaglia, si lancia anima e corpo in quella direzione, riuscendo così a lavorare sul territorio in mezzo ai malati psichiatrici. “In fondo era quello che avevo sempre desiderato: cercare di comprendere e aiutare chi aveva problemi come quelli che avevo vissuto con mia madre. E poi curare gli altri significa anche prendersi cura di se stessi” afferma.
Anche la passione per la scrittura è certo una dote in parte “genetica” , un’eredità, un dono, un’attitudine lasciatale in dote da mamma Alda. Emanuela scrive da quando aveva circa vent’anni, anche se la prima poesia fu scritta per la madre poetessa all’età di nove anni: voleva essere il suo regalo di Natale. L’autrice si definisce come una persona tendenzialmente solitaria, inquieta, un po’ tormentata e contraddittoria. Solo da poco sta cercando di ritrovare l’aspetto giocoso e rilassato dell’infanzia.
Informazioni sul volume: www.mannieditori.it