Rarità
Cristalli unici del granito di Baveno e il collezionismoI cristalli del granito
Baveno è nota nel mondo mineralogico, oltre che per il granito rosa, per alcune particolarità mineralogiche ritrovate a partire dal ‘700 proprio grazie all’attività di escavazione.
Le migliori cristallizzazioni si rinvengono nei geodi, cavità interne al granito formatesi nelle masse di magma in raffreddamento, dalla forma tendenzialmente sferica e di dimensione variabile. Il raffreddamento molto lento del magma ha permesso ai vari minerali di disporsi ordinatamente a formare cristalli, che si sono sviluppati sulle pareti interne di queste cavità. I minerali più rari e preziosi sono stati scoperti con l’osservazione al microscopio delle cavità più piccole.
Nelle cave di Baveno sono state ritrovate oltre 60 specie di minerali diversi, considerati veri “tesori mineralogici” per la loro rarità, tra essi la Bavenite, minerale rarissimo scoperto per la prima volta proprio a Baveno, nel 1901.
Tra i cristalli più “classici” si ricordano quelli di ortoclasio, quarzo e fluorite.
A Baveno si trovano ben cinque dei nove minerali di scandio sinora conosciuti, di cui quattro furono qui scoperti per la prima volta nel mondo. Tra questi, eccezionali è la Bazzite, scoperta nel 1915, dall’aspetto di minuti cristalli esagonali di colore azzurro.
Il collezionismo
La storia del collezionismo dei minerali di Baveno incomincia nel Settecento con l’opera del padre barnabita milanese Ermenegildo Pini, figura di grande rilievo in campo mineralogico. I campioni raccolti dal Pini sono tuttora parte delle eccezionali collezioni mineralogiche del Museo di Storia Naturale di Milano fondato nel 1838, unitamente alle raccolte mineralogiche promosse dalla famiglia Borromeo e dai vari collezionisti nel corso dell’Ottocento e dei primi del Novecento.
I Borromeo a partire dalla fine del Settecento inviarono i cristalli di Baveno anche in Francia ai primi cristallografi, grazie ai quali si moltiplicarono le menzioni di respiro internazionale sui minerali bavenesi.
Ad Ettore Artini, conservatore del museo milanese dal 1893, si deve la raccolta di altri straordinari esemplari nella cave di Baveno e la scoperta di nuovi minerali, la bavenite e la bazzite. Quest’ultima fu così chiamata in onore di Eugenio Bazzi, altro famoso collezionista di minerali molto attivo nel campo della raccolta nella zona di Baveno.
Negli ultimi decenni i collezionisti privati alla ricerca di campioni mineralogici di Baveno sono diventati molto numerosi e, in collaborazione con il museo milanese, si sono sviluppati nuovi progetti di ricerca, volti soprattutto allo studio dei minerali rari.